venerdì 2 luglio 2010

premure

le bambine salgono velocemente in macchina. dietro i movimenti determinati della mamma, spariscono le piccole chiome bionde, ora sono solo 2 ciuffettini appena visibili sul sedile posteriore. la cura e la risolutezza impiegati nel farle salire non ha per niente scoraggiato Pietro.
chiude lo sportello della Y e dentro di se, sa che non può rimandare. una leggera incertezza la frena, prende qualche attimo di tempo guardando l'orologio e sistemandolo al polso, le sue mani curate, stanche ma ferme e decise, ormai si aprono in quell'abbraccio tanto agognato da pietro.
guarda la mamma che fa salire le bambine, senza batter ciglio. mocassini jeans e maglietta, capelli pettinati con cura, appoggiato all'auto aspetta paziente il suo turno. non vuole intromettersi in quella piccola e insignificante azione quotidiana. gli occhi seguono i movimenti della mamma, in parte vogliono vedere la mammina, in parte vogliono salutare le bambine. fortunatamente non ha modo di intervenire, anche se lui preso da un attimo di tenerezza lo volesse, lei non gli sta dando la possibilità di farlo. ora finalmente potrà abbracciarla, e trasmetterle tutto il bene che le vuole. anche se solo per pochi attimi.
lo sguardo di lei è veramente forte, esprime tutta la sua voglia di stare accanto a pietro, eppure guradando meglio si vede quanto sia timorosa di farlo.
mangia il gelato e vede accanto a se la mamma che sistema l'altra sorella sul seggiolino per bambini. ora la mamma sta abbracciando quel signore che a volte fa loro compagnia, mentre vanno a fare la spesa, e che le saluta appena. Quel signore ha lo stesso profumo che ha la mamma quando torna la sera che ci lascia con la zia, e viene a darci la buonanotte e io faccio finta di dormire, secondo me lui potrebbe diventare mio papà, ma la mamma crede che non lo sappia fare.

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