domenica 10 agosto 2008

Il giocatore di scacchi e la vita

Strategia, tattica, gioco combinativo, gioco di posizione, ma più semplicemente un buon coordinamento di tutti i pezzi, per vincere una partita, è di primaria importanza muovere i pezzi in armonia, con un piano ben preciso a monte, essendo pronti a sfruttare situazioni favorevoli che si creano, debolezze del gioco avversario, lati della scacchiera dove si aprono possibilità, e sapere che con il proprio stile di gioco corriamo ben precisi e calcolati rischi. Queste regole sono un buon aiuto, oltre che per giocare a scacchi, anche nella vita, per esempio, ogni volta che vuoi ottenere qualcosa sul lavoro, in un colloquio, e così via, si narra che il gioco degli scacchi sia stato inventato da un bramino (la figura più importante della casta dei sacerdoti indiani), per insegnare al proprio re che il "Re" è il più importante dei pezzi ma senza gli altri non può fare niente, o meglio per far capire a quel sovrano che doveva coordinare al meglio tutte le proprie forze, per risultare vincente. Ora senza sottilizzare sul significato di vincente, voglio dire che se c'è un campo in cui usare queste cose, è non solo inutile(cioè non porta risultati), ma anche sbagliato, è il campo dei sentimenti. Dove non valgono strategie, dove non si pianifica, dove non si deve star lì a pensare 6-7 mosse avanti, dove c'è soltanto da vivere il momento, con gioia e leggerezza, e aprendo il cuore al partner, mostrando il fianco(ovviamente se merita...) all' "avversario", senza paura di essere attaccati, facendo con il sorriso sulle labbra un bel "salto nel vuoto" cosa difficile per chi gioca a scacchi, perchè non è un terreno conosciuto, ma ben chiaro a chi prova dei sentimenti puri e sinceri, e per chi non ha paura di lasciarsi andare... il rischio è quello di rimanere con i piedi per terra, calcolare tutto ma perdere il partner, ovvero vincere la partita, cioè usare bene le regole di prima x tenere il RE ancora in piedi, ma perdere l'altro "giocatore", una disfatta completa almeno per chi se ne rende conto, che cmq è già un inizio capirlo, anche se tardi, e spero fortemente(eufemismo) di poter usare questo nuovo modo di condurre certe partite, ancora con quel giocatore, che tanto vorrei qui seduto di fronte(fianco) a me, sulla scacchiera della vita.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'importante è capire.
Vorrà dire che con la prossima starai più attento,no?
Alla fine tutto serve...
...Ossequi...

lore ha detto...

Mi dispiace ma non la penso come te, starei più attento solo con chi mi rendessi conto valesse tanto quanto "X" (e ci credo poco che ne girino altre!!) ...si, tutto serve, sono d'accordo!! frase talmente inattaccabile, un po' troppo facile prendere consensi usando questa frase...cmq non avere con chi giocare a scacchi è talmente triste che passa la voglia di fare anche altro ;) ..infondo il mio unico desiderio è farmi volere o non volere per quello che sono veramente, non per quello che sono/appaio nelle prime settimane, dove carico di cose importanti da fare, mi sono trovato spiazzato e poco me stesso...mi sembra un fatto legittimo, credo di conoscermi abbastanza, e non sono come mi sono mostrato..non è un quiz dove vale la prima risposta, è la vita dove conta quello che realmente 6, non temo di essere messo alla prova, ne temo il "giudizio finale" contrario, vorrei xò che sia su di me non su l'1% della mia persona...mi sono dilungato fin troppo...
ciao ciao, cinico anonimo!
...e cmq firmatevi...