venerdì 11 luglio 2008

caro benzina, caro pianeta, cose noiose, cose divertenti

Allora la sera si frescheggia, magari con un buon moijto, su a Nugola, da Arianna, con un alito di vento tra i capelli, Foli escluso :)) , chi sta meglio di noi tra una risata e l'altra tra 2 chiacchere fatte in compagnia...parliamo di varie cose, ma mai di cose importanti per la collettività, anzi già usare queste parola potrebbe essere segno di discorso serio, che significherebbe noia, o cmq qualcosa di palloso da evitare..dopo una giornata di lavoro è comprensibile voler un pò scazzare (dal toscano: dire 2 cazzate a scopo di divertimento), xò poi la gente non sa neanche xkè aumenta il prezzo della benzina, perchè i soldi guadagnati sono sempre gli stessi e le cose costano giorno dopo giorno di più(come in quel locale carino al calambrone, sulla spiaggia dove una birra costa 6 euro e un cocktail 8, e ci vogliono pure tornare!!!)...vorrei parlare della benzina, o meglio della questione energetica, che è legata strettamente a doppio filo con la salute del pianeta...visto il livello di manipolazione di tv e giornali in Italia quello che sentiamo riguardo energia nucleare e salute del pianeta potrebbe essere falso o cmq detto per compiacere chi per esempio vorrebbe un ritorno al nucleare(anni dopo che gli altri hanno smesso...), dunque il problema è trovare info valide e un posto dove parlarne, x il posto ho scelto questo blog, per le info valide ho scelto(non è stato difficile) il nobel per la fisica Carlo Rubbia...vi riporto un estratto di una intervista a Repubblica che cmq potete ricercarvi : Che cosa significa tutto questo, professor Rubbia? Qual è, dunque, la sua visione sul futuro dell'energia?
"Significa che non solo il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l'uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni, come del resto anche l'oro, il platino o il rame. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra".
Eppure, dagli Stati Uniti all'Europa e ancora più nei Paesi emergenti, c'è una gran voglia di nucleare. Anzi, una corsa al nucleare. Secondo lei, sbagliano tutti?
"Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie".
Ma non si parla ormai di "nucleare sicuro"? Quale è la sua opinione in proposito?
"Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo".
E allora, professor Rubbia, escluso il petrolio, escluso l'uranio ed escluso il carbone, quale può essere a suo avviso l'alternativa?
"Guardi questa foto: è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell'elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità".
Ma noi, in Italia e in Europa, non abbiamo i deserti...
"E che vuol dire? Noi possiamo sviluppare la tecnologia e costruire impianti di questo genere nelle nostre regioni meridionali o magari in Africa, per trasportare poi l'energia nel nostro Paese. Anche gli antichi romani dicevano che l'uva arrivava da Cartagine. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l'energia necessaria all'intero pianeta. E un'area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell'Italia, un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma"
Il sole, però, non c'è sempre e invece l'energia occorre di giorno e di notte, d'estate e d'inverno.
"D'accordo. E infatti, i nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l'energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l'acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente".
Se è così semplice, perché allora non si fa?
"Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com'è accaduto del resto per il computer vent'anni fa"
.......Visto che non se ne parla, è noioso!!!, rimaniamo nell'ignoranza, e quando una volta ogni qualche anno abbiamo la possibilità di scegliere i nostri governanti, gettiamo il voto, diamolo a chi parla di cose più simpatiche, a chi fa più sorrisi e poi invece di legiferare seriamente, pensa a far passare il lodo Alfano ...a presto

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